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La casa sul Porto

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La conversione ecologica e sociale e il co-housing, cioè la condivisione di spazi abitativi, dovrebbero diventare secondi molti le chiavi con le quali cambiare il modo di costruire relazioni sociali e i territori urbani. Qualcuno non ha perso tempo è ha trasformato ad esempio l’ex caserma romana del Porto Fluviale in un’occupazione abitativa ma anche in uno spazio sociale molto aperto e interculturale, raccontato dal documentario Good Buy Roma

 

Un anno fa la vecchia caserma del Porto Fluviale, occupazione abitativa al centro della città, sostenuta dal Coordinamento cittadino di Lotta per la casa, si è arricchita di uno spazio pubblico. Una sala da tè autogestita dalle donne dell’occupazione, aperta tre volte a settimana, dove vengono proposti ricette e saperi delle diverse «culture» presenti a Porto Fluviale. «La sala ci ha consentito di conoscere nuove persone, di accogliere proposte e di avere più relazioni con l’esterno, con tutto il territorio» dicono le donne del Porto, che dal 2003 hanno liberato uno dei tanti luoghi abbandonati di Roma. L’alchimia del Porto Fluviale è molto particolare, la prova di convivenza tra persone di origine diversa che scommettono sull’ascolto, la solidarietà, il meticciato e la cooperazione è una lezione per molti e molte, a cominciare da chi si lamenta delle crisi in corso e le vive in solitudine.

A Roma, per chi non lo sapesse, tra i tanti edifici pubblici dismessi e abbandonati ci sono quindici caserme del ministero della difesa, anzi quattordici. Una di queste, infatti, è l’ex direzione magazzini del commissariato di via del Porto Fluviale 12, dove dal 2003 vivono circa trecento persone. Con la delibera numero 8 dell’ottobre 2010, «Piano delle alienazioni e valorizzazioni degli immobili militari della città di Roma», il Comune avvia l’ennesima (s)vendita di un patrimonio pubblico di grande valore. Ovviamente anche la caserma di via del Porto Fluviale è inclusa in questo ambizioso progetto. Il 22 febbraio scadeva il termine per la presentazione delle osservazioni alla delibera: gli abitanti con residenza in via del Porto fluviale 12 hanno presentato un testo che chiede lo stralcio della variante al Prg (Piano regolatore generale). Le osservazioni vertono su tre punti fondamentali: due di carattere generale, relative all’intera operazione, in cui si osserva la non correttezza delle procedure e la mancanza del rispetto degli standard urbanistici previsti per legge, e una di carattere specifico relativa alla particolarità di via del Porto Fluviale 12. Quest’ultima osservazione infatti è un tentativo di mettere in luce e raccontare l’esperimento sociale e urbana in atto in questa caserma abitata, un esperimento urbano di notevole valore sociale e culturale. Con questo gesto, gli abitanti, chiedono al Comune di Roma e alle istituzioni di rivolgere l’attenzione non verso il valore strettamente monetario delle caserme in vendita, ma verso la potenzialità che spazi di questo tipo potrebbero offrire alla cittadinanza in termini di accessibilità e di creazione di contesti plurali.

Per questo da una parte allegano alle osservazioni un documentario, «Good Buy Roma» (di Gaetano Crivaro e Margherita Pisano, 2011, qui un estratto dal film), a testimonianza di questo esperimento e dall’altro propongono di attivare un processo di recupero partecipato insieme al Municipio XI che possa mantenere le funzioni di solidarietà sociale presenti e integrare alcuni servizi di quartiere.

Il documentario ha ricevuto numerosi premi a prova di quanto questa tematica e questo luogo siano importanti. Tra i vari premi ricordiamo quello per il miglior documentario nel 2011 del Bastimento film festivalsulla musica delle culture migranti; il premio al Mediterraneo Film Festival 2012, il premio del pubblico nell’ambito del Festival Docucity 2012/Documentare la città (con questa motivazione: «tratta un tema non scontato e fuori dai riflettori, con un linguaggio originale e in modo tecnicamente ineccepibile. Un film che mostra come una caserma abbandonata possa diventare comunità e nuovo modo di abitare la metropoli, rimanendo ironico e coinvolgente e alternando leggerezza a grande intensità»), e ancora il premio miglior documentario al Fluvione Corto Festival.

Intanto, un pezzo di città continua a sostenere la lotta del Porto Fluviale: qui ad esempio è stata ha ospitatao l’edizione 2012 di «Roma Skill Share», maratona di due giorni di scambio e condivisione di abilità (ne abbiamo parlato qui), mentre ogni mese si alternano corsi di uncinetto, letture, proiezioni, istallazioni di arte, ma anche workshop come quello di Arte Civica promosso dall’Università di Roma Tre e il Development Planning Unit dell’University College of London, grazie al quale studenti di tutto il mondo sono venuti a conoscere, imparare, capire, come queste occupazioni spontanee creino cultura, diventando luoghi di aggregazione pubblica.

Ci sono anche tanti dibattiti e momenti di riflessione sui cambiamenti sociali, globali e romani, non ultimi i tre giorni in ottobre di iniziative con Rasha Azab – Words of Women from the Egyptian Revolution oppure l’iniziativa Punto Precari a Roma.

Nel programma delle prossime settimane alla Sala da tè troviamo: sabato 16 novembre Eyes Hope (dalle 18,30), mostra fotografica di Francesco Canini e Fabio Moscatelli, dalle 19,30 Cabaret Circoficina e cena. Mercoledi 21, ore 20, serata di poesie «L’accademia romanesca», con aperitivo romanesco. Sabato 30, ore 19 «Amici poeti» aperi-cena romanesca.

 

Sulla riconversione delle caserme leggi anche Riciclo per caserme e capannoni.

 

Altre notizie sul Fronte del Porto Fluviale le trovate su:

http://www.coordinamento.info/home/iniziative/896-fronte-del-porto.html

http://www.facebook.com/frontedelportofluviale/

http://goodbuyroma.wordpress.com/

 

 

 

 

 

 

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